Author: Paolo Barrucci
Abstract
Nel modo di produzione capitalistico, la precarietà non può essere considerato un fenomeno recente, bensì una caratteristica strutturale di tutto il lavoro subordinato e para-subordinato. Ad un più alto grado di “informalità” del lavoro tende, da sempre, a corrispondere un più intenso livello di precarietà. Ciò che di nuovo sembra piuttosto profilarsi è un gigantesco fenomeno di omogeneizzazione delle condizioni della forza lavoro su scala mondiale, che si realizza attraverso un processo di iper-precarizzazione generalizzata del lavoro, processo che minaccia ormai anche quelle professioni considerate fino a ieri più stabili e “garantite”. Le cause di questo fenomeno vanno ricercate nell’acutizzarsi della crisi di accumulazione che, ieri come oggi, si converte immediatamente in crisi di lavoro. Se la logica del capitale implica necessariamente la produzione e riproduzione di una popolazione lavorativa eccedente che assume la funzione di “esercito industriale di riserva”, oggi questa eccedenza sembra manifestarsi anche come “scarto” sociale, rappresentato da una massa crescente di miserabili che sembrano definitivamente esclusa da ogni accesso al mercato del lavoro. Su questo “scarto” di umanità – privo di funzioni per il capitale, inedito per le sue dimensioni e potenzialmente pericoloso per l’”ordine sociale” – si esercita una costante violenza strutturale tesa a confinarlo ai margini estremi della società e ridurne la consistenza.
Keywords: Precarietà, lavoro, capitalismo, crisi, forza lavoro, capitale, professionalità, lavoro salariato
Notes on contributors
PAOLO BARRUCCI è Professore di Sociologia all’Università di Pisa.
E-mail: paolo.barrucci@unipi.it